Gita nelle Marche
dal 17 al 19 Settembre 2021
17 Settembre
Jesi
Jesi ha origini antiche, venne fondata dal popolo degli
Umbri.
Nel IV secolo a.C. i Galli Senoni, popolazione
celtica arrivata dal nord, scacciarono gli Umbri e vi si stanziarono, da Rimini ad Ancona
Qui
fondarono "Sena Gallica" (Senigallia) che divenne la loro capitale.
Nel 283 a.C. Roma sconfisse definitivamente i
Galli Sènoni. I Romani stabilirono
nel tempo numerose colonie, Jesi nel 247 a.C. venne trasformata nella
colonia civium romanorum di "Aesis".
Nasce così il municipium di Aesis con una struttura urbanistica
corrispondente al modello del Castrum, modello sostanzialmente rimasto
intatto.
Dopo lunghi periodi di guerre, nel 1130 Jesi
si erge a Libero Comune con un proprio Governo autonomo. Segue il momento storico più interessante della città, con
l'elaborazione degli Statuti, con la costruzione dei palazzi del
Podestà, del Comune e la Cattedrale, si
fortificano le mura sul tracciato di quelle d'epoca romana. Durante il
XII secolo e quelli successivi nobiltà locale, artigiani e commercianti si allearono per fondare la "Republica Aesina".
Questa espansione
territoriale creò scontri con i vicini più potenti, fra i primi
Ancona, con la quale seguirono lunghe e dure lotte di supremazia.
Il 26 dicembre 1194 nacque, in una tenda nella piazza centrale
della città, l'antico Foro romano.
Il grande imperatore Federico II, donerà a Jesi il titolo di "Città Regia"
che sanciva importanti diritti di autonomia, sul
dominio del Contado e libertà comunali che neanche la Chiesa, poté più togliere. Jesi passò così definitivamente
alla fazione ghibellina e le sue fortune saranno legate per
anni a quelle di Federico II e dei suoi figli Enzo e Manfredi con
l'ottenimento di "privilegi imperiali".
Nel 1808 con l'annessione
delle Marche al Regno Napoleonico,
Jesi diviene uno dei capoluoghi di distretto del Dipartimento del
Metauro.
Con la caduta di Napoleone a Waterloo, Jesi ritornò di nuovo sotto il dominio papale.
Nei primi
decenni dell'800 inizia un graduale processo di
industrializzazione con la nascita delle prime manifatture per la seta.
Il 15 settembre del 1860 i
bersaglieri entrarono a Jesi mentre cinque giorni più tardi, nella
vicina Castelfidardo le truppe piemontesi sconfiggono l'esercito papale nella Battaglia di Castelfidardo.
Questo sancisce la definitiva unione delle città al Regno d'Italia.
Jesi
Porta Valle
in giro per Jesi
Porta Bersaglieri
Federico II di Svevia (Jesi, 1194). Imperatore del Sacro Romano Impero, Re di
Sicilia, Re di Gerusalemme e Re di Germania, conosciuto quale stupor
mundi, apparteneva alla nobile famiglia sveva degli
Hohenstaufen. Federico nasce a Jesi il 26 dicembre 1194 sotto una tenda
innalzata nella piazza. Incoronato Re il 26 dicembre del 1208, a
quattordici anni, mostra subito di avere le idee chiare: ricostruire
l'Impero, creare il primo Stato centralizzato, calmierare le ambizioni della Chiesa. Durante gli anni della sua permanenza in
Germania, il regno di Sicilia era rimasto sotto il controllo dei comandanti
militari tedeschi, feudatari e comunità cittadine avevano approfittato
della debolezza della monarchia per estendere i loro domini e le loro
autonomie. Federico II, riporta sotto il suo controllo feudi e feudatari,
contemporaneamente adotta una serie di misure, inconsuete per una
monarchia degli inizi del Duecento, ossia facilitare gli scambi
garantendo la sicurezza delle strade, fonda a Napoli la prima Università
statale del mondo occidentale, dà impulso alla Scuola Medica di Salerno
e da Melfi promulga le Costituzioni. Al centro del suo impegno ad
amministrare la giustizia pone il criterio di equità e viene enunciato
il culto della pace, in campo
economico, nelle principali città del Sud, attua una strenua lotta
all’usura. Federico II, essendo un discreto letterato, fa della sua corte un luogo di
incontro fra le culture greca, latina, araba ed ebraica ospitando
artisti e studiosi. Federico muore nel castello svevo di Fiorentino nel
13 dicembre 1250.
Piazza Federico II
Piazza della Repubblica
Teatro Pergolesi
17 Settembre
Recanati
Recanati è un importante centro agricolo e commerciale, con attività industriali nei
settori metalmeccanico, del legno, della plastica e degli strumenti
musicali.
La
città conserva traccia delle
antiche mura e porte; i monumenti principali sono: la chiesa di S.
Agostino, costruita nel 14° sec., con interno settecentesco di
Ferdinando Bibiena e chiostro gotico; la chiesa di S. Domenico del 14°
sec. ;
la Cattedrale, originaria del 14° sec., ma più volte rimaneggiata; la
torre civica (12° sec.) e numerosi palazzi di epoca rinascimentale e
barocca.
Recanati vive soprattutto delle memorie legate alla vita e alle opere di Giacomo Leopardi
che vi ebbe i natali (palazzo Leopardi, con la biblioteca di famiglia,
ricca di oltre 20.000 volumi, con autografi del poeta, cimeli e una
raccolta di stampe; piazzetta del Sabato del villaggio; colle
dell’Infinito ecc.).
A Recanati ha sede anche un Centro nazionale di studi
leopardiani.
Ritenuto il maggior poeta dell'Ottocento italiano, Giacomo Leopardi, è una delle più importanti figure della letteratura mondiale, nonché uno dei principali esponenti del romanticismo letterario, sebbene abbia sempre criticato la corrente romantica poichè si riteneva più vicino al classicismo. La profondità della sua riflessione sull'esistenza e sulla condizione umana ne fa anche un filosofo di spessore. La straordinaria qualità della sua poesia lo ha reso un protagonista centrale nel panorama letterario e culturale internazionale.
Leopardi, intellettuale dalla vastissima cultura, inizialmente sostenitore del classicismo, ispirato alle opere dell'antichità greco-romana, ammirata tramite le letture e le traduzioni di Mosco, Lucrezio, Epitteto, Luciano ed altri, approdò al Romanticismo dopo la scoperta dei poeti romantici europei, quali Byron, Shelley, Chateaubriand, Foscolo, divenendone un esponente principale, pur non volendo mai definirsi romantico.
Morì nel 1837 poco prima di compiere 39 anni, di edema polmonare o scompenso cardiaco, durante la grande epidemia di colera di Napoli.
Giacomo Leopardi
Piazza Leopardi
Torre dell'acquedotto
(che viene spesso confusa con
la Torre del Passero Solitario)
cortile del
palazzo Venieri
Torre del Passero Solitario
panorama dal Colle dell'Infinito
18 Settembre
Tolentino
Tolentino è una
cittadina situata nella valle del Chienti a
circa 20 km da Macerata. In passato, fu teatro di scontri e
il suo nome è ricordato per la Battaglia di Tolentino avvenuta nel
1815 che vide la sconfitta delle truppe napoletane di Gioacchino
Murat per mano delle forze austriache con il conseguente ritorno di
tutto il territorio sotto lo Stato Pontificio fino al 1861, anno
della Unificazione.
Tra i monumenti principale: Piazza della Libertà sulla quale si
affacciano la Torre dell'Orologio, Palazzo Sangallo e il Palazzo
Comunale.
La Torre dell'Orologio non è una torre come tutte le altre,
la sua particolarità sono proprio i suoi quattro tondi; il primo
indica le fasi lunari, il secondo è una meridiana, il terzo è
l'orologio astronomico e il quarto indica i giorni e i mesi del
calendario.
Il Teatro Vaccaj, ex teatro
dell'Aquila, la sua prima inaugurazione è datata 1797, le sale
interne sono affrescate da Lucatelli e Fontana, ed oggi è sede della
prestigiosa Compagnia della Rancia.
La Basilica di S.Nicola
Porta del Ponte
Piazza della Libertà. Foto di gruppo con alle spalle la Torre degli Orologi
Torre degli Orologi
Teatro Vaccaj
in giro per Tolentino
Chiostro della Basilica di S.Nicola
18 Settembre
Cingoli
Borgo storico tra i più belli d’Italia, è soprannominato il “Balcone delle Marche” perché dalle sue mura medievali si può ammirare gli spettacolari panorami di tutta la regione: dagli Appennini Umbro-Marchigiani e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini fino all’Adriatico.
un pò di storia:
Nel IX sec. a.C., il territorio è abitato da popolazioni picene.Nel III sec. a.C., è fondata Cingulum nella zona dell’attuale Borgo San Lorenzo.
Nel 60 a.C., la città è restaurata e fortificata da Tito Labieno, luogotenente di Cesare in Gallia; in età augustea diventa municipium della tribù Velina, all’interno della Regio V Picenum.
VI sec. d.C., si ha notizia della presenza di una diocesi con a capo il vescovo Esuperanzio, e di devastazioni da parte dei Goti e dei Longobardi.
XII sec. Cingoli diventa libero comune; vi fioriscono attività artigianali, commerciali e artistiche.
XV sec., fine, Cingoli risulta stabilmente soggetta allo Stato Pontificio.
Nel 1725, con il ripristino dell’antica cattedra vescovile, Cingoli, già sede di un patriziato numeroso e benestante, vede crescere in pochi anni le sue fabbriche: sorgono chiese e palazzi nel fastoso barocco del tempo.
1829, Francesco Saverio Castiglioni, di nobile famiglia cingolana, diventa Papa con il nome di Pio VIII.
1861, Cingoli entra a far parte del Regno d’Italia.
Panorama da Cingoli
la Terrazza delle Marche
Piazza Vittorio Emanuele II
Palazzo comunale
in giro per Cingoli
un simpatico "cagnolone" incuriosito dal nostro passaggio
19 Settembre
Osimo
Città dalla storia millenaria, cinta da mura romane risalenti al 174 a.C
Deriva l’origine e il nome da Auximum,
colonia romana (2° sec. a.C.) e municipio (1° sec. a.C.)
Contesa
durante le guerre civili, fu importante roccaforte dei Goti nella
guerra con i Bizantini (535-53).
Fu occupata dai Longobardi dal 575 al 625
e dal 728 al 774, quando fu compresa nella donazione di Carlomagno
alla Chiesa. Per tutto il Medioevo Osimo rivendicò la
propria autonomia contro i papi parteggiando per l’Impero e, nel 14° sec., dandosi più
volte in signoria.
Nel 15° sec. passò ai Malatesta , che la tennero fino al 1417; dal 1433 se ne impadronì Francesco Sforza,
che vi stabilì il centro delle proprie operazioni nelle Marche e ne fu
cacciato dagli abitanti (1443); dopo la breve signoria di Boccolino Guzzoni (1486-87), Osimo seguì le vicende della provincia delle Marche, alle dirette dipendenze della Chiesa fino al 1860.
Piazza Boccolino
torre del palazzo comunale e la sua fontana
in giro per Osimo
cortile del palazzo comunale
panorama
19 Settembre
Castelfidardo
Borgo
medievale in provincia di Ancona famoso per la produzione di
fisarmoniche.
Sorge su uno sperone di roccia nell’entroterra
marchigiano. Oggi è possibile ancora vedere parte dell’antica
cinta muraria medievale.
Ebbe origine nel 6° sec. e vita comunale autonoma dal 12° secolo.
Passato (1281) alla Chiesa, e resosi indipendente durante l’esilio
avignonese, nel 1354 fu riconquistato dall’Albornoz. Appartenne ai Malatesta e a Francesco Sforza (15° sec.), per poi tornare in seguito definitivamente alla Chiesa.
Castelfidardo è famosa nel mondo per
le aziende dedite alla produzione di fisarmoniche. La più antica di queste, Paolo
Soprani, fu fondata nel 1863.
La battaglia di Castelfidardo fu una battaglia combattuta il 18 settembre 1860 tra l'esercito del Regno di Sardegna e quello dello Stato Pontificio nell'ambito della campagna piemontese in Italia centrale. La battaglia si concluse con la vittoria dei sabaudi; le truppe papali superstiti si asserragliarono nella piazzaforte di Ancona e furono sconfitte dall'esercito sardo dopo un difficile assedio. La conseguenza della vittoria sabauda fu l'annessione al Regno di Sardegna delle Marche e dell'Umbria.
La battaglia di Castelfidardo è considerata un momento importante del Risorgimento italiano; in effetti essa contribuì a rendere possibile proclamare la nascita del Regno d'Italia il 17 marzo 1861.
Il “Monumento ai Vittoriosi di Castelfidardo” è collocato all'apice
della collina di Monte Cucco all'interno del parco delle Rimembranze.
L'area, adibita a parco
naturale è' il polmone verde della città. Con circa 22.000
conifere questo patrimonio verde è caratterizzata dalla
presenza di flora mediterranea, vialetti, fontane, scalinate e da un
piccolo parco giochi. Le vie di accesso alla collina sono controllate da cancellate in ferro battuto chiamate “Cancellate degli
Allori”, realizzate su progetto dello scultore veneziano Vito Pardo nel 1925.
Il monumento nazionale delle Marche (inaugurato nel 1912) dedicato
“ai vittoriosi di Castelfidardo” è stato realizzato dallo scultore Vito
Pardo per commemorare il cinquantenario della battaglia di Castelfidardo del 18
settembre 1860. Loscontro si svolse tra gli eserciti del Regno di
Sardegna e quello dello Stato Pontificio in seguito alla Campagna
piemontese in Italia centrale. La battaglia si concluse con la vittoria
dei piemontesi; le truppe papali superstiti si ritirarono ad Ancona e furono sconfitte dall'esercito sardo dopo un
difficile assedio. Conseguenza della vittoria piemontese fu l'annessione
al Regno di Sardegna delle Marche e dell'Umbria.
La battaglia di Castelfidardo è considerata un momento chiave del
Risorgimento italiano; in effetti essa contribuì a rendere possibile e
proclamare la nascita del Regno d'Italia, il 17 marzo 1861.
in giro per Castelfidardo
palazzo comunale
Museo del Risorgimento
Museo della Fisarmonica
alcuni cenni storici sono tratti da
Wikipedia