Treviso e dintorni
24-
24 ottobre
Treviso
Centro abitato dall'epoca del bronzo, la romana Tarvisium, diventa "importante" tra il 49 a.C. e il I sec. d.C.
Risparmiata da Attila, divenne fiorente sotto i Goti ed i Longobardi, che ne fecero un ducato.
Verso il 1100 ebbe la sua epoca più gloriosa. Estese il dominio, si abbellì, fu prospera ed ospitò poeti e trovatori e tenne feste cavalleresche che le valsero il nome di "Marca gioiosa et amorosa".
Treviso ebbe poi il dominio dei conti di Gorizia e di altri vicari imperiali. Nel 1328 fu la volta della signoria degli Scaligeri fino al 1339 quando fu acquisita da Venezia. Nel 1381 passò sotto Leopoldo d'Austria che nel 1384 la vendette ai Carraresi di Padova. A questi la città fu tolta dai Visconti finchè nel 1389 i trevigiani si dettero spontaneamente a Venezia, che procurò loro una lunga e prosperosa pace.
Condivise le sorti della Serenissima fino al 1797 quando cadde sotto Napoleone. La città passò quindi all'Austria e poi al Regno Italico (1805) e di nuovo all'Austria (1813). Nel 1848 seguì Venezia nella rivoluzione contro gli austriaci, ma il 14 giugno dovette arrendersi.
Finalmente il 15 luglio 1866 vi entrarono i bersaglieri italiani.
Soffrì per i bombardamenti aerei durante la guerra 1915-18,
ma ancora di più durante l'ultimo conflitto mondiale, quando subì un
bombardamento americano che causò migliaia di vittime e distrusse molti
edifici pubblici e monumenti di notevole interesse storico ed artistico.
Treviso
Centro abitato dall'epoca del bronzo, la romana Tarvisium, diventa "importante" tra il 49 a.C. e il I sec. d.C.
Risparmiata da Attila, divenne fiorente sotto i Goti ed i Longobardi, che ne fecero un ducato.
Verso il 1100 ebbe la sua epoca più gloriosa. Estese il dominio, si abbellì, fu prospera ed ospitò poeti e trovatori e tenne feste cavalleresche che le valsero il nome di "Marca gioiosa et amorosa".
Treviso ebbe poi il dominio dei conti di Gorizia e di altri vicari imperiali. Nel 1328 fu la volta della signoria degli Scaligeri fino al 1339 quando fu acquisita da Venezia. Nel 1381 passò sotto Leopoldo d'Austria che nel 1384 la vendette ai Carraresi di Padova. A questi la città fu tolta dai Visconti finchè nel 1389 i trevigiani si dettero spontaneamente a Venezia, che procurò loro una lunga e prosperosa pace.
Condivise le sorti della Serenissima fino al 1797 quando cadde sotto Napoleone. La città passò quindi all'Austria e poi al Regno Italico (1805) e di nuovo all'Austria (1813). Nel 1848 seguì Venezia nella rivoluzione contro gli austriaci, ma il 14 giugno dovette arrendersi.
Finalmente il 15 luglio 1866 vi entrarono i bersaglieri italiani.
Soffrì per i bombardamenti aerei durante la guerra 1915-
alcune immagini di Treviso
24 ottobre
Asolo
Definita da Giosuè Carducci la Città dei cento orizzonti, Asolo è uno dei centri storici più suggestivi d’Italia. Raccolta entro le antiche mura dalla Rocca, fortezza del XII° secolo, conserva testimonianze della sua millenaria storia.
Luogo di fascino, Asolo fu meta di poeti e scrittori, artisti e viaggiatori, che qui trovarono ispirazione ed armonia. Tra questi il poeta inglese Robert Browning, la Divina del teatro Eleonora Duse, il compositore Gian Francesco Malipiero, la scrittrice e viaggiatrice inglese Freya Stark.
alcune immagini di Asolo
25 ottobre
Cittadella
Cittadella
La
città, con la sua splendida cinta muraria, sorse nel 1220 per volontà
del Comune di Padova. Fin dall'età del bronzo risulta documentata la
presenza dell'uomo nella zona in cui sorse CITTADELLA, mentre in epoca
romana fu interessata da un importante agro centuriato, che aveva come
decumano massimo la via Postumia, costruita nel 148 a .C.
Le mura di Cittadella
La cerchia murata che circonda Cittadella, ha la forma di ellisse irregolare e con l'abitato costituisce un complesso organico del più alto interesse storico. Lo spazio interno che le mura delimitano è ordinato da due traverse che raccordano le quattro porte con il centro, dividendo l'abitato in quartieri, a loro volta suddivisi a scacchiera dalle caratteristiche stradine.
La cerchia murata comunica con l'esterno attraverso quattro ponti in corrispondenza delle porte (a loro volta costruite sui quattro punti cardinali), rivolte verso le vicine città di Padova, Vicenza, Bassano del Grappa e Treviso (di qui la denominazione Porta Padovana, Porta Vicentina, Porta Bassanese, Porta Trevisana). I ponti levatoi, mantenuti in servizio fino al secolo XVI, gradualmente vennero sostituiti con altri in muratura. Gli attuali risalgono alla prima metà del secolo scorso.
Le mura di Cittadella
La cerchia murata che circonda Cittadella, ha la forma di ellisse irregolare e con l'abitato costituisce un complesso organico del più alto interesse storico. Lo spazio interno che le mura delimitano è ordinato da due traverse che raccordano le quattro porte con il centro, dividendo l'abitato in quartieri, a loro volta suddivisi a scacchiera dalle caratteristiche stradine.
La cerchia murata comunica con l'esterno attraverso quattro ponti in corrispondenza delle porte (a loro volta costruite sui quattro punti cardinali), rivolte verso le vicine città di Padova, Vicenza, Bassano del Grappa e Treviso (di qui la denominazione Porta Padovana, Porta Vicentina, Porta Bassanese, Porta Trevisana). I ponti levatoi, mantenuti in servizio fino al secolo XVI, gradualmente vennero sostituiti con altri in muratura. Gli attuali risalgono alla prima metà del secolo scorso.
alcune immagini di Cittadella
foto di gruppo
25 ottobre
Villa Emo
Villa Emo
Villa
Emo è una villa veneta costruita a partire dal 1558, fu commissionata
dalla famiglia Emo di Venezia, famiglia di cui è rimasta nelle
disponibilità fino al 2004.
È una delle più compiute ville del Palladio. Dal 1996 è stata inserita dall'UNESCO nella lista dei patrimoni dell'umanità, assieme alle altre ville palladiane del Veneto e a Vicenza "città del Palladio".
La villa è incorniciata da due lunghe barchesse colonnate che ospitavano originariamente le strutture per le attività agricole, secondo un progetto di struttura produttiva analogo a quello di Villa Badoer e di buona parte dei progetti palladiani di villa. L'ingresso si trova al termine di un lungo percorso lastricato di grandi pietre squadrate.
Gli esterni sono essenziali, privi di decorazioni, mentre gli interni sono riccamente decorati con affreschi di Giovanni Battista Zelotti, autore di opere analoghe in altre ville palladiane.
È una delle più compiute ville del Palladio. Dal 1996 è stata inserita dall'UNESCO nella lista dei patrimoni dell'umanità, assieme alle altre ville palladiane del Veneto e a Vicenza "città del Palladio".
La villa è incorniciata da due lunghe barchesse colonnate che ospitavano originariamente le strutture per le attività agricole, secondo un progetto di struttura produttiva analogo a quello di Villa Badoer e di buona parte dei progetti palladiani di villa. L'ingresso si trova al termine di un lungo percorso lastricato di grandi pietre squadrate.
Gli esterni sono essenziali, privi di decorazioni, mentre gli interni sono riccamente decorati con affreschi di Giovanni Battista Zelotti, autore di opere analoghe in altre ville palladiane.
Villa Emo
immagine di una stanza della villa
25 ottobre
Castelfranco
Castelfranco Veneto deve il proprio nome al castello ‘franco’ (esente) da imposte per i suoi primi abitanti-difensori.
Il possente quadrato di rossi mattoni fu eretto sopra un preesistente
terrapieno, alla fine del secolo XII dal Comune medievale di Treviso, a
presidio del confine con le terre padovane e vicentine.
Già nei primi decenni del Trecento, sul lato orientale, si sviluppa il primo nucleo dell’abitato (Bastia Vecchia), strumento anch’esso di difesa, dotato di un ospizio per poveri e viandanti.
Città murata per sua stessa definizione, conserva quasi integralmente la cinta muraria e le sei torri che si innalzano ai quattro angoli e nei punti mediani di oriente e meridione.
Città di commerci fin dall’origine e sede d’un antico mercato di granaglie e bestiami, attivo sino alla metà del secolo scorso; fu centro, in passato, delle più svariate attività artigianali e snodo ferroviario di primo livello dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri.
Fu sede di podesteria veneziana dal 1339 al 1797, patria, tra il XVII e il XVIII secolo, di uomini di scienza (Jacopo, Giordano e Vincenzo Riccati), di architetti (Francesco Maria Preti) e musicisti (Agostino Steffani) di larga fama.
Castelfranco Veneto è nota per aver dato i natali a una delle figure più straordinarie ed enigmatiche della storia della pittura: Giorgione (1478-1510), genio misterioso della luce e del colore.
Castelfranco
Castelfranco Veneto deve il proprio nome al castello ‘franco’ (esente) da imposte per i suoi primi abitanti-
Già nei primi decenni del Trecento, sul lato orientale, si sviluppa il primo nucleo dell’abitato (Bastia Vecchia), strumento anch’esso di difesa, dotato di un ospizio per poveri e viandanti.
Città murata per sua stessa definizione, conserva quasi integralmente la cinta muraria e le sei torri che si innalzano ai quattro angoli e nei punti mediani di oriente e meridione.
Città di commerci fin dall’origine e sede d’un antico mercato di granaglie e bestiami, attivo sino alla metà del secolo scorso; fu centro, in passato, delle più svariate attività artigianali e snodo ferroviario di primo livello dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri.
Fu sede di podesteria veneziana dal 1339 al 1797, patria, tra il XVII e il XVIII secolo, di uomini di scienza (Jacopo, Giordano e Vincenzo Riccati), di architetti (Francesco Maria Preti) e musicisti (Agostino Steffani) di larga fama.
Castelfranco Veneto è nota per aver dato i natali a una delle figure più straordinarie ed enigmatiche della storia della pittura: Giorgione (1478-